Sezione vi
Luce di mare stellato
riflettono i tuoi occhi,
la Fata Morgana
ha scolpito l’incantesimo.
Nei colori dell’arcobaleno
sfumano i pensieri
si dileguano
nell’indaco del cielo…
Scendono stille di cobalto
vibrano all’orizzonte.
“Il silenzio è la consacrazione generale dell’universo; esso è al tempo stesso la più innocua e la più terribile cosa dell’intera natura”
Una frase illuminante di Melville per entrare nel periodo aureo dell’artista Jole Caleffi. Questo periodo che comprende gli ultimi dieci anni e l’attuale momento ricco di intensa e luminosa produzione artistica.
Siamo di fronte alla sublimazione dei sentimenti che si aprono sullo scenario, senza fine, degli arcobaleni dei “nuovi cieli e nuove terre”. “E vidi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il primo cielo e la prima terra sono passati e il mare non c’è più”.
Così dal testo dell’Apocalisse, un’attesa millenaria per un nuovo mondo, senza il mare, da dove era emersa la bestia satanica. L’avvento di una nuova Gerusalemme.
I quadri della pittrice Jole sono la visualizzazione mistica della nuova Gerusalemme della vita, della rinascita di sé, dei sogni che ricorrono nella nostra memoria, del nostro essere “immortale”, della consapevolezza del nulla nella proiezione infinita di un divenire perenne. L’artista mentre si rende interprete di questi caleidoscopi della contemplazione, ci conduce sul limitare di una porta invisibile dove non con gli occhi della vista, ma con quelli della mente e dei nostri più profondi sentimenti, trasformiamo le immagini in parole e le parole in un canto di polifoniche armonie, per sentirci, per un attimo, sospesi senza tempo e senza memoria in un’unica “realtà” che è principio e destino della nostra vita.
Franchino Falsetti